Disegni,disegni e disegni...

Disegni,disegni e disegni...
Antonio Saporito “e il disegno creativo a mano libera”

domenica 31 luglio 2011

Disegno: Tecniche e procedimenti

Anno2011:
Prospettiva centrale intuitiva di uno stesso ambiente trattato in stili diversi fra loro. Attraverso questo particolare disegno che ho fatto a mano, più o meno velocemente, per spiegare i vari passaggi per questo tipo di disegno.
Normalmente, preferisco sempre preparare una basa prospettica dello stesso spazio da rappresentare, questo, in modo intuitivo e stabilendo le varie quinte prospettiche; dalle pareti ai pavimenti e il soffitto, che in questo caso è rappresentato da volte a crociera e spicchi di vele perimetrali, in prossimità di finestre e aperture. Inseriti tutti i caratteri architettonici, cornici, capitelli, lesene e paraste, procedo poi a disegnare gli infissi presenti, tutto in modo sintetico ed essenziale. A questo punto il disegno a matita è pronto per essere duplicato. In questo caso la base di partenza non è un’originale in quanto, la richiesta era di realizzare più prove di disegno con stili diversi per lo stesso ambiente.
Il passo successivo è stato quello di arredare ogni ambiente con mobili diversi ai fini di ottenere due soluzioni completamente diverse fra loro. Anche lo stesso inserimento dell’arredamento, avviene in modo intuitivo e personale ispirandomi a immagini e fotografie di ambienti già arredati con inquadrature similari o anche solo per avere un’idea prospettica di un mobile o una lampada visti da quel punto.
I particolari del disegno principale sono stati voluti, per spiegare in dettaglio quello che avviene per esempio il grande lampadario, dove sono schematizzati solo alcuni tratti tali, per dare al disegno un’idea precisa di quella particolare lampada. Così succede per esempio, che nel disegno delle poltrone, si vedono nel particolare lo studio delle tappezzerie, più ricche di segni per il damascato, viceversa, meno segni per il tessuto liscio dove invece tramite il chiaroscuro si mettono in evidenza le morbidezze della stoffa. Poi c’è la trasparenze del vetro, dove le parti in secondo piano vengono disegnati per prima, e poi vengono successivamente i colori per il vetro. Anche per i pavimenti si apre un capitolo a parte, infatti vengono per questi sempre individuati le tipologie e i piani di posa, nel nostro caso si trattava di un pavimento in cotto posato a spina di pesce. Nel particolare, si vedono i tratti di colore incrociati e più fitti in profondità, che successivamente, in modo graduale si aprono e seguono le fughe prospettiche. L’insieme di tutte queste regole, sono le basi per arrivare a realizzare un buon disegno.
Formato delle tavole in A3, supporto cartaceo bianco e tecnica mista con pastelli acquerellabili.






















giovedì 28 luglio 2011

"Disegni di controsoffitti a pianta circolare"







Anno 1999:
man mano che emergono disegni, fatti a mano per l’architettura e il design, io puntualmente li digitalizzo per pubblicarli sul mio Blog. Per questo motivo, i lavori si possono alternare nella loro cronologia temporale. In questo periodo sono impegnato per l’approfondimento di alcuni miei lavoro che spero al più presto pubblicare, sempre la fase creativa che io continuo a disegnare sempre a mano.
I disegni a cui ci si riferisce per questo post, sono relativi allo studio dei controsoffitti di un salone per le conferenze, progetto realizzato nel ’99 per il nuovo convento delle suore Alcantarine di Assisi. Questi disegni sono realizzati con tecnica mista, quasi “pittorica”. Mi piace la definizione “pittorica”, che ho voluto dare a questi miei disegni perché pur essendo questi, disegni potenzialmente tecnici, sono trattati con grande disinvoltura ed in piena libertà di azione. Nella prima tavola, sono rappresentate le varie sezioni del controsoffitto con tutte le indicazioni tecniche, mentre la tavola successiva, rappresenta tramite lo schizzo prospettico una vista centrale dello spazio architettonico.
Le tavole sono nel formato A3 su supporto cartaceo.

sabato 23 luglio 2011

"La matita come strumento indispensabile"


Pensando agli oltre 500 disegni già pubblicati sul mio blog, non posso che dire, “la matita”, come mezzo principale dei miei disegni rappresenta un felice e armonioso rapporto nonostante le nuove tecnologie. Questo strumento è stato per me importantissimo, se poi si scopre che il materiale di cui essa è fatta, rappresenta la futura tecnologia per i computer, questo per me è il massimo. Infatti, si dice non a caso che la matita, ancora una volta riesce a immaginare il nostro futuro.
Io continuo ad usarla perché mi piace è mi da tanta soddisfazione sia negli schizzi che nei disegni più elaborati, una parte di me. Un progetto, all’inizio quando è ancora un’idea, gli elementi non sono ancora del tutto chiari, la matita, data con sapienza, riesce invece a dare un’immagine finita di un progetto che non c’è. Nel caso di questi disegni dove veniva richiesta un’immagine di architettura “parametrica”, intesa come rivestimento delle facciate e quindi del blocco tridimensionale esterno, il disegno a matita con il suo chiaro scuro diventa protagonista fondamentale, riuscendo a dare il senso di fluidità tipica della scultura che oggi tutti facciamo con l’ausilio di programmi tramite il computer. Io personalmente questi movimenti, li gestisco a mano per due motivi principali, uno, perché è una dote innata, due perché ho studiato e lavorato tanto. Tutte le possibilità e i mezzi che il computer oggi offre, dovrebbero essere messe a disposizione di persone esperte per evitare il peggio. Infatti, se provassimo a fare una analisi più approfondita e attenta di tutto ciò che oggi viene progettato e aimè realizzato, scopriamo che solo una piccola parte di questi progetti possono essere considerati validi dal punto di vista formale e architettonico. Questo non significa che un progetto non possa uscire dai canoni classici di armonizzazione, anzi, il computer dovrebbe essere uno stimolo in più per creare nuove cose ma sempre rispondenti a quelle armonie prima dette che non trovano mai fine.































martedì 19 luglio 2011

Disegni di ideazione per un vassoio termico


Anno 1999:
Disegni di ideazione di un piccolo vassoio termico per il trasporto del caffè nello spazio domestico denominato “SERVOCALDOFREDDO”.
Questi sono disegni di studio che ho selezionato per questo progetto, dove vengono rappresentati alcuni momenti importanti della fase creativa dell’oggetto in esame. Infatti, uno di questi disegni individua l’oggetto che è fissato come idea da sviluppare sia nei rapporti dimensionali che nelle geometrie, l’altro disegno, allo stesso tempo è immaginato come manifesto pubblicitario. Vediamo allora il vassoio che trasporta la moca a grande velocità attorno al globo, con al centro rappresentato un rosone, formato dallo stesso vassoio creato, questo per individuare il centro geografico del luogo di origine della famosa casa di produzione del caffè, la “Lavazza”.





































sabato 16 luglio 2011

Disegno di architettura di recupero industriale



Trasformazioni di edilizia industriale tramite la rappresentazione del disegno a mano e l’utilizzo della tecnica dell’assonometria e della prospettiva.
I disegni si riferiscono a proposte progettuali del 2006 e sono realizzati su carta nel formato A3, colorati con matite a pastello acquerellabili. Il disegno di base è invece fatto a matita in entrambe i casi.
Guardando i lavori attentamente nel particolare, questi disegni mancano di dettagli. Infatti, poiché ho sempre poco tempo a disposizione per creare un’immagine attraverso il disegno, la mia attenzione è sempre rivolta più al generale e quindi ai volumi. Un mattone per esempio, io la graficizzo con una linea se è sufficientemente lontano o due nel caso risulti più vicino e comunque è sempre la linea che disposta in vari modi, crea l’idea del materiale o del particolare che si vuole immaginare o rendere.



Così accade con le superfici e gli elemento architettonici da rappresentare, ogni disegno viene realizzato con scopi ben precisi. Quasi tutti i miei disegni si riferiscono a rappresentazioni dove il particolare non viene evidenziato e questo accade perché sono sempre più interessato alla analisi di ricerca, sia essa nel campo dell’architettura che nel design. Il tempo che mi servirebbe in più per dettagliare i miei disegni, io lo impiego per farne altri in modo da esplorare sempre più i fenomeni dello spazio attraverso il quale portano a nuove idee.





mercoledì 13 luglio 2011

Disegno per un set di coltelli.





Anno 2000:
Progetto per la realizzazione di una serie di coltelli denominati “manisfera”, pensati per festeggiare l'ultimo anno del XX secolo e del II millennio, nonchè l’inizio del XXI secolo, il terzo millennio.
Disegnati per la “Cassetti Argenti di Firenze”, la collezione di coltelli in lega argentata è stata pensata con una particolare impugnatura sferica, da cui deriva il nome “manisfera”. Quattro coltelli disposti come un mazzo di carte all’interno di una pregiata confezione da regalo.
Il set di coltelli, prevedeva un per il formaggio morbido, uno per il formaggio duro e uno per i formaggi semiduri, con una lama molto più ampia; per finire, c’era anche quello per il pane che con la sua impugnatura diventava quasi una spada.
Le linee che disegnano i coltelli sono ancorate alla sfera che con la presa della mano realizzano un tutt’uno tra il mondo che è rappresentato dalla sfera e la mano dell’uomo che la impugna.
Il disegno è stato fatto su un foglio, formato A3 (cm.29,7Xcm.42), di colore bianco e disegnato con pennarelli di colore nero per gli oggetti e chiaroscurato con lo stesso, tramite la tecnica a tratto incrociato per evidenziarne la lucentezza del materiale anche se solo a livello di schizzo. Un altro colore di diversa tonalità è stato impiegato per creare un contorno, tale da mettere in risalto gli oggetti rappresentati.
Questo disegno naturalmente era già più che sufficiente per dare un’idea all’azienda per una eventuale produzione industriale.
Gli oggetti furono disegnati anche nella versione esecutiv,a per essere poi ingegnerizzati, purtroppo, la crisi dei mercati cominciava a farsi sentire e il settore dell’argenteria sicuramente è stato uno dei primi a risentirne di più.

domenica 10 luglio 2011

Disegni per un tavolino trasformabile "Ghost"


Il disegno a mano libera è un ottimo strumento per studiare i progetti nei minimi particolari siano essi di carattere estetico che funzionale. Nello studio d' ideazione del tavolino trasformabile “Ghost” del ’97, i disegni si spingono ai particolari e ai meccanismi di funzionamento. Lo studio della geometria sia sul piano, sia nello spazio, le coniche, le proiezioni ortogonali e i vari metodi di rappresentazione assonometrici e prospettici saranno fondamentali per studiare e rappresentare un progetto col disegno a mano libera. Il disegno dal vero cammina in parallelo con la teoria scientifica di cui, il primo ci aiuta formare la mano che guiderà il mezzo”la matita”, il secondo invece ci farà capire attraverso le analisi, le logiche di tutto ciò che noi costruiremo, nonchè di tutto lo spazio che ci circonda.
Per questo lavoro è stato realizzato in legno di balsa, anche un piccolo modello in scala 1:5, che mi è servito per capire meglio l’oggetto. Infatti io penso che la realizzazione di un modello è importante perché a differenza del disegno, ci serve per comprendere meglio le forze degli elementi e lo spazio fisico, cosa che un render non potrà mai darci o sostituirsi almeno per ora a questo, forse in un futuro ma non sarà la stessa cosa.



giovedì 7 luglio 2011

Disegno per un macina-pepe in lega argentata



Anno ’97, il disegno di ideazione di un oggetto per la tavola da realizzarsi in lega argentata. Il progetto non realizzato si ispirava a una siluette femminile al momento del lancio della palla. Un’idea elegante e aerea nello stesso tempo, per reggere l’alto compito del confronto con il materiale prezioso “l’argento”. Un disegno che da solo rende molto l’idea di ciò che si voleva realizzare, disegnato con una tecnica mista utilizzando pennarelli e matita nei colori rosso e nero, utilizzando la base del foglio per ottenere i contrasti di luce, tipica del materiale, e il disegno appena accennato con la matita per immaginare l’oggetto nelle sue proporzioni nello spazio. Il titolo scritto diventa parte integrante della composizione nella versione sillabata in modo tale da non recare disturbo alla composizione del disegno.
Di qualche anno prima invece è il manifesto dedicato al design e l’architettura, dove ho rielaborato solamente la grafica, lasciando il testo scritto in originale. Sono pensieri scritti vent’anni fa quando io ero appena laureato dove sognavo di essere presto chiamato per dare il mio contributo nel mondo della professione. Io credo di non aver mai smesso di pensare a quelle parole anche se oggi possono sembrare datate nella forma, sicuramente in alcuni punti oggi attuali e contemporanei.




mercoledì 6 luglio 2011

Schizzi prospettici

Per descrivere uno spazio di interni in architettura mi servo in generale dello schizzo prospettico, quasi sempre intuitivo.
Questo mezzo per me è molto efficace in quanto la concentrazione espressa sullo spazio da visualizzare nel foglio diventa alta è in particolare questo succede nella creazione di nuovi spazi ed elementi di arredo immaginati come in questi schizzi creati nel 2000. Ci tengo a sottolineare ancora una volta, la differenza che c’è tra il disegno dal vero e quello da costruire dove spesso, le cose vengono immaginate e progettate durante la fase dello schizzo.
Infatti, una delle differenze fondamentali tra le due rappresentazioni sta per esempio, nel risultato finale dello schizzo che, per la rappresentazione dal vero ci sono tutti gli ingredienti della composizione e non per ultimo il fattore della luce che, con le ombre e colori ci consentono di arrivare a trasferire sul foglio la composizione che abbiamo davanti ai nostri occhi. I miei schizzi non una forza definita e sono in continuo movimento. Il mio modo di lavorare attraverso il disegno, mi serve per sviluppare idee e progetti nonché, per tenere la mente sempre in continua tensione tale da tenere in esercizio i muscoli del cervello che è la parte più nascosta dell’uomo.








domenica 3 luglio 2011

Disegni per un'Opera d'arte



Progettazione di un’opera monumentale
L’occasione
di pensare a un’opera monumentale per uno spazio che ha perduto ogni sua identità, nasce dalla volontà di creare un nuovo rapporto con la realtà esistente, dandone una chiara e definitiva destinazione d’uso, scongiurandone in futuro il seguirsi di una cattiva gestione, configurandosi quindi come un nuovo centro qualificato di riferimento per la popolazione.
La possibilità
di mantenere questo spazio viene offerta dalla realizzazione di un’area di parcheggio per le automobili che oggi imperversano in detto spazio, ridando carattere e fruibilità all’area recuperandone così la funzione originaria, mai pensate, di continuità con l’ambiente.
La scelta
principale del progetto è stata quella di elaborare un disegno che potesse interpretare, la forza, intesa come volontà umana.
Il disegno
del manufatto è basato sull’azione di un gesto che và dal basso verso l’alto. Tale gesto cresce sempre più d’intensità articolandosi nello spazio. L’azione rotatoria successiva si libera leggera e trasparente, per ricondursi di nuovo ad essa dandogli ancora più forza e slancio; una inconscia azione dunque che si materializza attraverso il semplice movimento dell’aria.
La composizione
di barre ad anello inox del diametro di 20 mm – in sequenza verticale troviamo un fascio pieno e pesante, un’anima centrale che funge da rinforzo e, alla sommità, esili tratti.
La base
relativamente semplice, è costituita da due tronchi di piramide di 5mt. X 5mt. di lato traslati fra loro, con una inclinazione di 18°, di cui uno è scalettato su i due lati.
I materiali
adottati sono, acciaio inossidabile color argenteo e pietra locale per il basamento e relativa sistemazione.

Firenze, 19 Dicembre 1989
Dott. Arch. Antonio G. SAPORITO



















































Sesto Fiorentino, 28 Luglio 2011.
Esattamente ventidue anni e sei mesi dopo,
mi trovo davanti ai disegni elaborati per la creazione di una scultura da realizzarsi in Calabria nel mio paese di origine San Nicola Arcella (Cs), dopo l’invito da parte dell’amministrazione comunale di allora per pensare a un’opera d’arte dedicata ai giovani ed in particolare a quelli del sud che sono impegnati nel lavoro come forza costante per il futuro.
L’Opera presentata sotto forma di modello in scala 1:5, non fù mai realizzata sia per la mancanza di fondi che per lo scarso impegno, anche perché tutta la progettazione sia essa di ideazione che esecutiva nonché di direzione dei lavori, veniva offerta a titolo gratuito. Il progetto veniva accompagnato da una dettagliata descrizione sia delle voci che dai costi. Allora l’importo stimato era di 70 milioni di lire. Il progetto, prevedeva anche una collaborazione da parte di un maestro compositore di musica per lo studio che doveva essere fatto dai tagli da eseguire su i tubi metallici modellati come canne d’organo tali da emettere sotto l’azione del vento dei suoni.
Gran bella cosa, ma troppo bella per essere vera e realizzata.

L’altro giorno, mi sono alzato con un pensiero fisso, devo ridare vita a quella idea e così ho fatto, sono andato in deposito, ho tirato fuori il modello della scultura inizialmente immaginata e come preso da un impegno importante mi sono rimesso a lavorare su di essa. Il tempo è stato mio alleato per cancellare ogni ingenuità giovanile e per prendere solo l’essenza del gesto che però questa volta viene dominato e materializzato in una unica nuova forma fluida e fluttuante nello spazio. Se prima rappresentava un gesto fatto da più segni sotto forma di forze, ora è diventato uno, chiaro e visibile. Una forma sotto il pieno controllo sia formale che statico, in perfetta armonia e contrapposizione con il basamento geometrico e lineare.
Un risultato importante già nel modello che mi ha impegnato direttamente non solo come architetto ma anche come scultore, riscoprendo le varie tecniche a volte anche improvvisate per la messa a punto della scultura come modello nella speranza che possa essere ripresa in considerazione dall’attuale amministrazione magari più attenta di quella precedente.