Disegni,disegni e disegni...

Disegni,disegni e disegni...
Antonio Saporito “e il disegno creativo a mano libera”

domenica 25 settembre 2011

"I Poveretti"













“I Poveretti” Agosto 2011
Un’idea semplice per un progetto fatto da minuscole statuine realizzate artigianalmente in terracotta e decorate a mano.
Il disegno come sempre a sostengo del progetto, mi serve per analizzare l’idea seguendone una serie di passaggi che attraversano la forma, analizzano la funzione passando attraverso il processo di costruzione e facendo varie ipotesi per la loro realizzazione. Un’idea semplice, efficace e nello stesso tempo suggestiva, ma anche essenziale e di grande effetto nonché molto economica.
Un’astrazione della figura non più in piedi, ma seduta, che tratta il tema della famiglia di oggi in ginocchio per la sua precarietà, sia essa dei valori che nel lavoro che manca. Figure singole o con bambino racchiuse in un solo gesto delle dita della mano che attraverso la pressione esercitata sull’elemento esterno che li protegge, incapsula una sfera che fungerà da testa e che diventerà libera nel movimento una volta indurita, che con la decorazione darà origine a una sorta di animazione tramite lo spostamento con le dita. Nelle versioni singole o in coppia, possono essere viste come il gruppo dei personaggi della sacra famiglia.




















mercoledì 21 settembre 2011

Disegni per la grotta










Il santuario della Madonna della Grotta a Praia a Mare nella provincia di Cosenza, rappresenta uno dei luoghi, per la preghiera, tra i più suggestivi della zona. La sua peculiarità, senza alcun dubbio, è rappresentata dal fascino del luogo all’interno di una grotta abitata sin dal periodo Paleolitico, come testimoniano gli studi effettuati sulla sua origine. Personalmente, devoto e affezionato di questo spazio, ricordo di essermene occupato, ancora adolescente, per una sua possibile trasformazione architettonica incentrata nella piena consapevolezza del luogo come unico da rispettare e tutelare. Ma come a volte accade quando ci si vuole misurare con cose più grandi di noi, alla fine ci si accontenta del solo esercizio della mente che conserva, in noi, il modo per dimostrare il grande rispetto di esso. I disegni fatti allora su un supporto di legno, sono andati persi, ma ricordo di una composizione fluida fatta di nastri in c.a. che si incuneavano all’interno per poi riemergere all’esterno a formare dei campanili. Una composizione ispirata ai progetti di Le Corbusier in particolare e gli interventi degli impianti Olimpici di Monaco di Baviera che per la verità non avevo ancora studiato e che probabilmente avrò visto frammenti televisivo o altro.
Questa estate, mi è venuta l’idea di ritornarci per riprovare quelle stesse sensazioni di giovinezza, con la differenza che oggi sarei più consapevole di allora dopo esserci tornato, trentacinque anni circa da quella prima esperienza. L’idea del progetto, questa volta, pone l’attenzione principale sull’ingresso della grotta, che dopo averla attentamente visitata e fotografata, sono uscito e mi sono fermato nello spazio tra la gradonata principale di accesso al santuario e la scalinata da cui si arriva al primo portale d’ingresso, per poi accedere tramite un’ulteriore scalinata, all’interno della grotta principale. L’idea è scaturita dalla vista dentro delle stalattiti e stalagmiti presenti nelle pareti che formano tra loro filamenti plastici, modellati attraverso l’acqua, il tempo e la natura. Non ho resistito a tale ispirazione, tanto da fermare questa idea sul posto, in modo tale da vivere quell’emozione del progetto sul momento e rendermi conto sul dialogo tra il progetto e la natura del luogo. Così ho incominciato a creare un disegno di base degli elementi architettonici presenti e da conservare, come le scalinate e il portale di accesso, e successivamente farmi spazio tra la vegetazione presente lateralmente la scalinata, per sostituirla con una composizione ispirata alle pareti interni della grotta, quasi come se fossero piante, rocce o acqua che si legano in una successione di archi e contro archi in sequenza omogenea, fino ad entrare nelle cavità della grotta. Immaginati come preziose finiture, che ne esaltano al massimo, l’importanza di questo luogo divenuto santo.
























































venerdì 16 settembre 2011

Disegno a mano di un paniere di canne







Da sempre il disegno a mano ci ha aiutato a ragionare e comprendere il mondo delle cose e il loro funzionamento. Questo disegno, che è estratto dal libretto di disegno da viaggio, fa parte della raccolta estiva 2011, dove, in questo caso, parliamo di un disegno dal vero che ha lo scopo di capire e studiare il funzionamento, attraverso un’attenta lettura dei particolari costruttivi dell’oggetto. Il paniere, un oggetto semplice, diventa per me, qualcosa da studiare e capire, allo scopo di arricchire il proprio bagaglio culturale, ai fini di stimolare idee e progetti futuri, legati al mondo del design e dell’architettura. Il disegno così concepito, ci aiuta attraverso i suo processo e i sui tempi, a sostare con la mente nei particolari, fino alla loro rivelazione che portano a una soddisfazione interiore che serve principalmente a rafforzarci per le sfide future. Il primo interesse che ho provato, nel disegnare questo oggetto è stato il fondo del paniere, in quanto esso mi dava la possibilità di comprendere e capire l’inizio del lavoro, individuandone la tecnica di realizzazione e le tolleranze del materiale che attraverso la sua elasticità, si passa da una pianta quadrata a una circolare, tale da ottenere un volume dinamico e funzionale.
Parlando di Architettura e Design, mi viene in mente il Padiglione Spagnolo per Expo Shanghai 2011, dove trovo ci siano molte affinità con il mio disegno, probabilmente gli esempi non mancano per approfondire questo argomento che lega la tradizione con la contemporaneità.
Il disegno è su carta di colore beige o camoscio chiaro di cm.13xcm.20 a pastello.
1) Disegno generale con vista prospettica; 2) Particolare e vista dall’alto del fondo con la messa in evidenza dell’intreccio della base di partenza; 3) Particolare e vista prospettica del volume con in evidenza l’intreccio in elevazione attraverso gli elementi verticali che arrivano dalla base e i correnti orizzontali.

domenica 11 settembre 2011

Torre Crawford - Disegni di viaggio


18.08.2011
Ultimamente ho ricevuto per regalo, da alcune aziende, dei libretti da viaggio, per disegnare. Sembra tutto fatto a posta per me, in particolare, che amo tanto questa disciplina e che stranamente, oggi di moda. Io personalmente, questi piccoli quaderni, con la copertina nera e all’interno una carta molto bella per riportare solo frammenti di emozioni selezionate, ricordo che ero sempre alla ricerca per il loro acquisto, perché ero alla ricerca dei percorsi che precedentemente, i grandi maestri, avevano fatto prima di me. Quest’esercizio, lo ritengo sempre valido, ma comunque dedicato al viaggio o a brevi spostamenti in pieno relax. Durante le vacanze, al mare, ho iniziato uno di questi libretti che oggi pubblico uno, di una serie, realizzati durante questo breve periodo.
Di ciò, io sono soddisfatto dei risultati ottenuti dal punto di vista del rapporto con il disegno, che rimane l’aspetto fondamentale e che genera successivamente altre scoperte importanti.
Quel giorno, ci recammo con tutta la famiglia e mio fratello sacerdote che, tramite queste gite, ho avuto la possibilità di stargli vicino. Il caldo di quel giorno era intenso, ma gradevole anche perché, devo dire, quest’estate è stata particolarmente buona dal punto di vista ambientale, questo almeno in Calabria. Il posto, come potete vedere dalle foto è incantevole, ed io appena arrivato, ho sentito il bisogno di posizionarmi sopra gli scogli assolati e pungenti, con il mio libretto da viaggio e un astuccio contenente poche matite acquerellabili, sufficienti per il disegno. Un cappello per proteggermi da eventuali colpi di sole e poi via alla rappresentazione della torre, eretta nel 600, come torre di avvistamento per chi proveniva dal mare. Questa torre è particolare perché rispetto alle altre presenti sulla costa, sicuramente è tra quelle più conservate e ben progettate. La stessa, può sembrare difficile a credere oggi, ma è appartenuta ad una mia zia morta a 96 anni e mi raccontava da ragazzino, che vi erano, allora, anche le porte con le borchie e accessori degli infissi originali dell’epoca.
Il disegno è stato realizzato in meno di mezz’ora, è stata una bella esperienza e, come accade sempre quando si inizia un disegno dal vero, la tensione è altissima, soprattutto per impostare il disegno che si ha davanti nelle proporzioni e nelle giuste posizioni dei vari elementi del paesaggio. Poi, il resto scorre sempre più piacevolmente perché subentra un auto soddisfazione che ti gratifica per il risultato raggiunto, diversamente da quando accade per il disegno progettuale, dove le sensazioni che si provano, sono diverse.










martedì 6 settembre 2011

Disegni di argenti

Anno1996:
il disegno è sempre stato per me un mezzo importante per dare vita alle creazioni appartenenti al mondo degli oggetti, in particolare e più in generale a tutto l’universo delle cose che ci circondano.
Questi disegni, sono tracce di idee, dove, in alcuni casi, sono solo linee in assenza di chiaroscuro che poi è quello che serve per dare profondità e spessore agli oggetti nello spazio tridimensionale, in altri casi, come si può vedere dai disegni successivi, il chiaroscuro diventa un elemento fondamentale per la visualizzazione dell’oggetto, che nel caso specifico, sono centrotavola, vassoi e contenitori.




I disegni a mano libera, a mio giudizio, sono quelli dove la mano, tramite la mente, si muove in piena libertà di azione senza nessun vincolo e limitazione che altrimenti, con l’uso, seppur limitato, di strumenti come un semplice righello, potrebbe condizionare la composizione ideata.
Diventa fondamentale l’esercizio del disegno che deve essere considerato un allenamento continuo, come a volte facciamo per il nostro corpo, più questo è esercitato, maggiore sarà il risultato. Naturalmente, noi ora stiamo parlando solo ed esclusivamente di tecnica, a questa poi bisogna aggiungere l’interesse per la materia, la conoscenza delle arti e della creazione, che deve essere aggiornata continuamente, senza dimenticare la storia e la sua evoluzione, per giungere al livello più alto “il dono” che pochi di noi hanno.



Noi intesi come tutti, siamo chiamati, ognuno nel proprio io, a cercare di realizzare qualcosa che in qualche maniera è già esistita.
Infatti, io sono convinto che ogni volta mi avvicino a qualche cosa di importante nel mio lavoro, penso che non ho fatto altro che trovare scavando, come avviene per l’archeologo, i resti di cose di un altro passato, tale con questi da definirmi “archeologo della mente”.
Non più quindi un creativo, ma una persona che, nel mio caso, è un cercatore di design e di architetture.





I disegni rappresentati sono stati realizzati a pastello su supporto cartaceo nel formato A4.