Per chiudere il ciclo sul disegno dedicato all’ideazione di un probabile
edificio verticale, proiettato e immaginato nella “città del 2050”, uno schizzo
disegnato e colorato a mano libera, presenta uno scenario che a prima vista può
sembrare fantascientifico. L’idea di questa esercitazione è stata quella di
pensare a un tema che fosse fortemente legato ai problemi attuali delle città,
ed in particolare, a tutte quelle di nuova edificazione, specialmente quelle aree
legati ai paesi emergenti, come la Cina, l’ex Unione Sovietica o il Medio
Oriente. Sarebbero questi i paesi dove il mio pensiero corre e mi porta,
attraverso la mano che crea e analizza la difficile situazione attuale, sempre
più critica per l’ambiente. Nonostante gli appelli da parte della comunità
internazionale, ci sono ad oggi, segnali deboli e poco significativi, rispetto
ai gravi cambiamenti negativi per il pianeta. Lascio l’argomento a tutti gli
addetti ai lavori, augurandomi che i futuri scenari siano molto più belli di quelli
che io abbia potuto riportare, seppur tramite uno schizzo veloce (che ha sempre
il suo fascino), una sintesi di quello che potrebbe presentarsi ai nostri occhi,
tra circa trentasei anni. Lo spazio esterno potrebbe essere ostile e l’aria di
scarsa qualità, per questo e per tutta una serie di altri motivi, io la vita la
immagino all’interno di grandi edifici a torre, dove l’uomo troverà riparo
garantendosi al suo interno ogni tipo di confort. Le torri che ricordano
idealmente, i grandi alberi che sono stati feriti dall’incuria dell’uomo. Il
verde che prima si trovava all’esterno, ora è all’interno degli edifici
bioclimatici. La natura ferita, diventa la fonte dell’ispirazione per il mio progetto
rendendone omaggio per tutti gli insegnamenti a divenire.