Era l’anno 1996, quando comprai il
primo numero scritto da Bruno Zevi, storico e critico dell’architettura, nonché
architetto e urbanista, sull’architetto oggi famoso e purtroppo scomparso ancora
giovane all’età di 65 anni, Zaha Hadid; il titolo del tascabile – Eleganze dissonnanti.
In queste due parole, già allora, c’era tutto il pensiero di Zevi sulla sconosciuta e molto criticata, il “genio”
Zaha Hadid. Due anni prima, partecipai a
uno dei miei primi concorsi di architettura internazionale, Il Cardif Bay Opera
Hause a Cardif, Galles. Zaha Hadid, arrivò tra i finalisti che come me, facevano
parte dei partecipanti del resto del mondo, e comunque, io ero con il mio
piccolo progetto tra i primi 200 selezionati. Successivamente ci fu la gara in
una seconda fase; tra i finalisti e i Big invitati, tra cui ricordo i nomi di: Norman
Foster and Partners, Itsuko Hasegawa, Rafael Moneo, Manfredi Nicoletti, Neil Morton,
Rem Koolhaas, Mario Botta. Il progetto di Zaha risultò vincitore ma non gli permisero
mai di realizzarlo. Una volta visti gli altri progetti, io mi schierai da
subito a favore del lavoro di Zaha, pensando che quello fosse, a mio parere, il
miglior progetto e dissi anche di lei, come Zevi due anni dopo, che sarebbe
diventata un grande architetto.Così cominciai a seguire il suo
lavoro che cresceva in modo esponenziale, soprattutto quando lo studio cominciò
ad usare software avanzati che gli permettevano di velocizzare i passaggi di
restituzione grafica e analitica, per l’esplorazione degli spazi in modo fluido
e dinamico. Sicuramente possiamo dire che lei attraverso il suo lavoro, ha
esplorato un mondo che era a noi nascosto e sconosciuto. Oggi, a noi il compito
di mettere ordine a questi traguardi raggiunti e alle sue esperienze fatte.
Disegno di concorso - Zaha Hadid - spaccato prospettico della sala principale del Teatro dell'Opera di Cardif 1994 |
Plastico del progetto |
Disegno prospettico a mano di Zaha Hadid |
La mia proposta presentata nella prima fase di idee.
Modello plastico in scala 1:500 con materiali neutri espressamente richiesti per l'anonimato. |