Disegni,disegni e disegni...

Disegni,disegni e disegni...
Antonio Saporito “e il disegno creativo a mano libera”

lunedì 25 aprile 2011

"Saporito e la Moda 1990-91"


A Firenze, nel ’90, stavamo cercando con la mia ragazza, l’attuale moglie, un atelier capace di creare, attraverso un mio schizzo, un vestito da sposa per le nostre nozze. Il budget a disposizione era molto limitato, si parlava di una somma pari a 2-3 milioni di vecchie lire al max.
Era la prima volta che mi trovavo nei panni di uno stilista di moda, non avevo mai disegnato prima di allora un modello di abito. Naturalmente ciò non mi aveva certo impressionato e mi misi subito a pensarlo, incominciai a lavorarci la sera quando tornavo dai due studi di architettura, uno la mattina e uno la sera, dove incominciai a lavorare come collaboratore. Ero sempre stato affascinato dalla moda, dai disegni, i tagli dei tessuti e da tutte le emozioni che questo settore trasmette dal punto di vista artistico.
Raccolsi gli schizzi più significativi e andammo a sentire per una eventuale realizzazione su un mio disegno, costruito su un’impronta classicheggiante ma al tempo stesso unica e originale per quella nostra unione. Il primo atelier, ci disse che io avevo pensato un abito molto complicato dove avevo probabilmente immaginato troppo. In seguito andammo senza per niente scoraggiarci da un altro atelier di moda, il quale apprezzò moltissimo il progetto che, una volta realizzato lo avrebbero messo nella loro collezione per le sfilate. Ci venne chiesto per la sua realizzazione, 15 milioni di lire, una cifra spropositata per noi che ci stavamo finanziando la spesa. Mi ricordo ancora quella sera, a casa di mio fratello che viveva già da molti anni a Firenze. Completamente in crisi per quanto tutti ci avevano detto, non mi rimaneva che lavorare sulla cifra che avevamo a disposizione per il vestito, che comunque volevo disegnare io, e la sfida diventò ancora più interessante perchè avevamo escluso ogni modello già fatto che ci veniva proposto a quella somma in quanto non unico.
La stessa sera presi un blocco da schizzi e mi misi a pensare come avrei potuto fare un bellissimo e unico lavoro con quei soldi. L’idea è stata quella di pensare allo smoking come ispirazione per il mio vestito, mentre per lei, lo stesso rivisitato, inserendo la dove possibile geometrie tali da personalizzarlo e immaginando tessuti preziosi per le aree più piccole, come lo scialle della giacca in moirè, oppure Crèpe de Chine, seta e altro. Avevamo trovato a Firenze sia le stoffe che i sarti per questo progetto. Mi recavo presso la sartoria puntualmente per le prove del vestito e ricordo ancora oggi le mie richieste di modifiche sul modello utilizzando termini impropri come chiodature per dire le cuciture.
Pensai e seguii proprio tutto, dall’acconciatura a shignon, agli orecchini, il cappello a grande falda, le scarpe Chanel, e fin’anche il trucco realizzato da un’allieva di Gilly Garnier.
I disegni di studio fatti per la creazione di un abito da sposa sono la testimonianza come attraverso il disegno si possono comunicare ogni genere di emozioni, nel mio caso è l’amore.





Disegno finale con giacca e camicia in seta plissettata con gonna sotto ginocchio.










Disegno finale con camicia in seta plissettata e perle con gonna.




Seguono gli schizzi di studio delle varie versioni pensate precedentemente al disegno finale. Sono tutti disegni realizzati a matita prevalentemente ma anche tecniche di sfumato e alcuni episodi di colore per creare i contrasti delle stoffe impiegate. Le dimensioni dei disegni sono per i prini due finali cm.29,7xcm.42, mentre i restanti sono nel formato A4.